Telegram Web
...E al mormorato incanto,
fugace larva, il mondo verrà eroso:
E un' altra Terra, e un mar meraviglioso,
La scena d'un reame favoloso
Ricoprirà l'abisso come un manto.
Nereggeranno gli astri ottenebrati
Nel croco alla deriva del mattino;
Sbozzate qual basaltici dirupi,
Effigi di demoni in pietra nera
Torreggeranno in più raggiante spera,
la fronte immoti al sol levando altera
Per quanto i miei apogei s'adiman cupi
E sirena, e folletto, e orrendo drago
Saran miei servi... fino a che compiuto,
Aihime!, non sarà il tempo, e divenuto
io stesso non sarò che intraveduto
Barbaglio nello specchio d'altro mago

C.A. Smith, Carme del necromante (1932)
"Per me Poe rappresenta l'apice dell'arte fantastica- c'era una potente visione cosmica che nessun imitatore ha mai saputo eguagliare. Non c'è da meravigliarsi che le sue opere fossero totalmente prive dell'elemento sensuale, in quanto il suo principale stimolo alla creazione artistica proveniva da una dimensione del tutto estranea a quella umana. Il suo era l'autentico stupore che prova l'atomo al cospetto dell'infinito- la meraviglia essenzialmente intellettuale di colui che getta lo sguardo sugli insondabili vorticanti e assurdi abissi, di cui gli individui dominati dai sensi sono del tutto ignari. Devo ancora trovare in Baudelaire, pur grande com' era nel campo dell'immaginazione paurosa, tracce della drammatica consapevolezza dei misteri che si annidano al di là delle stelle. Invece la trovo certamente in Dunsany, sebbene in forma assai più debole ed edulcorata da una certa dose di autoconsapevolezza di cui Poe era fortunatamente privo. Poe è il padre della maggior parte delle qualità positive della letteratura decadente, ma sopravanza i decadenti moderni poiché questi ultimi non hanno saputo comprendere il sublime punto di vista ultra-umano sul quale le sue insuperabili creazioni si fondano "

H.P. Lovecraft, lettera a F.B. Long, 1922
"Divenire un artista non vuol dire altro che consacrarsi alle divinità sotterranee. Nell'ebbrezza dell'annientamento, immersi nella morte s'accende la scintilla dell'eterno"

F. Schlegel, "Idee", Athenaeum, 1800
"L'ultima questione è sapere se dal fondo delle tenebre un essere può brillare."

(Karl Jaspers, Filosofia, 1932)
“Allora proviamo a scalare la montagna, non appoggiandoci a ciò che è sotto di noi, ma tirandoci su a ciò che è sopra di noi, per quanto mi riguarda, verso le stelle.”

M.C. Escher (Olandese, 1898-1972)


Art: Dream. Mantis Religiosa,1935.
«Era soltanto un colore venuto dallo spazio, messaggero spaventoso degli informi reami dell’infinito, al di là della natura che noi conosciamo; luoghi la cui semplice esistenza ci colpisce e ci paralizza con la visione dei neri golfi al di là del cosmo che si apre, improvvisa, di fronte ai nostri occhi terrorizzati».

"Il Colore venuto dallo Spazio" di H.P. Lovecraft. (1927)
"Attaccate all'immediato, le persone si pascono di volgarità. Di che cosa si può parlare con loro se non degli uomini? E ancora di avvenimenti, di oggetti, e di preoccupazioni. Mai di idee. Ora, solo il concetto non è volgare. Ma la nobiltà dell'astrazione è loro sconosciuta perché, avare dei propri poteri, sono incapaci di spendere energie per nutrire ciò che non è: l'idea. La volgarità: l'assenza di astrazione"

E. Cioran
"Ancora non si riesce a capire che, poiché noi non conosciamo che una sola ragione, la nostra, parlare di “mistero" o "imperscrutabile", o dire "ci dev'essere un'altra ragione" equivale a porre un segno di negazione davanti a ragione (a ciò che soltanto noi conosciamo come ragione, all'unica data, la nostra); ossia quella cosiddetta altra ragione, è semplicemente non-ragione, puro caso, assurdo, che per, debolezza mentale, mascheriamo con le parole “ragione non-nostra, superiore, divina"

G. Rensi, Le ragioni dell'irrazionalismo, 1933
"Si era sempre ribellato istintivamente a quella certa sensazione di finitezza che lo ingabbiava, ciò a cui continuamente anelava erano soltanto le vastità inesplorate. Non sopportava il pensiero di essere segregato entro la nota cerchia dell'orizzonte, a meno che non si figurasse di poter accedere a ignoti spazi di là di quella"

C. A. Smith, "Il mondo intemporale"(Across the time-stream), 1931
"L'uomo ritorna al primordiale, a uno stato indeterminato, pre formale; uno stato "totale", informe, non spezzato da attributi e da polarizzazioni. Solo chi conquista un simile stato può sperare nel riassorbimento nella divinità. Avremo quindi a che fare, nel caso dei Naaseni, con una "totalizzazione" attraverso la regressione nell'amorfo e nell'indeterminato. Di fatto, però, questa regressione, ha un senso più profondo, metafisico, verso la reintegrazione dello spirito nella sua condizione primordiale"

M. Eliade, "Il mito della reintegrazione"
Nabonido (Nabu-na-id = "Che Nabu sia esaltato") fu l'ultimo sovrano di Babilonia, appartenente alla Dinastia Caldea. Dopo un sogno rivelatore, divenne devoto al culto della Luna, elevando Sin a dio principale del pantheon babilonese. Sapeva che il regno babilonese sarebbe finito con lui, avendolo scorto negli auspici sacerdotali, e così si allontanò per anni da Babilonia, risiedendo nell'oasi araba di Tayma, dove si dedicò ad un'attività archeologica e antiquaria col fine di recuperare e ricostruire l'originario culto della Luna. Non si sa a che punto le ricerche di Nabonido fossero giunte, perché venne l'invasione di Ciro il Grande di Persia, che conquistò Babilonia.
Che gli dei misericordiosi, se esistono, ci proteggano nelle ore in cui né il potere della volontà, né le droghe inventate dagli uomini possono tenerci lontani dall'abisso del sonno. La morte è compassionevole perché da essa non c'è ritorno, ma chi emerge, pallido e carico di ricordi, dai recessi della notte, non avrà più pace. Che imbecille sono stato a intraprendere con tanta incoscienza lo studio di misteri che l'uomo non dovrebbe affatto conoscere!

Howard Phillips Lovecraft
“Conosco le mosse degli scacchi, ma mi sono reso conto di un gioco più grande oltre la scacchiera...del timore dell’oscurità e di tutto quello che c’è dietro all’oscurità”

Twin Peaks
Il Typhonian Order , precedentemente noto come Typhonian Ordo Templi Orientis ( TOTO ), è un'organizzazione magica auto-iniziatica con sede nel Regno Unito che si concentra su concetti magici e tifoniani.
Era originariamente guidata dall'occultista britannico Kenneth Grant (1924–2011) e da sua moglie Steffi Grant, ed è ora guidata dal loro vice Michael Staley.

Mentre il gruppo continua a promuovere la religione Thelema di Aleister Crowley , si concentra anche sull'esplorazione dell'intelligenza straniera come la vita extraterrestre e i demoni , così come gli aspetti più oscuri dell'esistenza occulta

Sebbene non sia centrale per l'Ordine Tifoniano, uno degli aspetti più notevoli, studiati e controversi della tradizione riguarda l'uso da parte di Kenneth Grant delle opere di fantasia dell'autore di horror cosmico HP Lovecraft per esplorare la psicologia occulta, in quanto vedeva le entità del Mito di Cthulhu non semplicemente come creazioni di fantasia ma come manifestazioni di realtà archetipiche, forse anche come rappresentazioni simboliche di forze o esseri spirituali reali.


https://en.wikipedia.org/wiki/Typhonian_Order
«Tifeo aveva membra smisurate, era metà uomo e metà bestia. Aveva la testa d'asino, le ali da pipistrello ed era più alto della più alta montagna del mondo. Con le mani riusciva ad acchiappare le stelle e con le gambe riusciva ad attraversare il mare Egeo in 4 passi dalla penisola Eubea fino alle spiagge di Troia. Sulle spalle aveva 100 serpenti che invece di sibilare, a volte latravano come cani, a volte ruggivano come leoni. Ognuna delle gambe era formata da due draghi attorcigliati, orribili a vedersi che facevano capolino con le teste, da dietro le anche. La sua barba e i suoi capelli ondeggiavano al vento e dagli occhi fuoriuscivano lingue di fuoco e lui sputava di continuo massi incandescenti.»

(Luciano De Crescenzo, Zeus - Le gesta degli dei e degli eroi)

Art: Tifone rappresentato nell'Oedipus Aegyptiacus di Athanasius Kircher (1623)
Il cosmicismo è una filosofia letteraria concepita e sviluppata dallo scrittore Howard Phillips Lovecraft nei suoi racconti fantastici e horror.

Secondo Lovecraft gli esseri umani sono una presenza assolutamente insignificante nello schema generale dell'universo, una piccola specie che si illude con arroganza di avere un ruolo cruciale ma che può essere spazzata via in qualsiasi momento da forze delle quali ignora perfino la presenza.

Il cosmicismo presenta analogie con il nichilismo; tuttavia, un'importante differenza è che la concezione di Lovecraft tende ad enfatizzare l'"insignificanza" piuttosto che la "mancanza di significato".

Il cosmicismo fu una conseguenza del profondo ateismo di Lovecraft e della sua opinione che gli esseri umani fossero sostanzialmente in balia dell'immensità di un universo in cui "l'umanità non è che un insignificante puntino, destinato ad arrivare e a scomparire, senza che la sua apparizione sia notata o che la sua dipartita sia rimpianta".

Questa visione, nonostante possa apparire profondamente pessimista venne spiegata da Lovecraft come indipendente da ottimismo e pessimismo e in realtà fortemente indifferente coniando il termine di "indifferenza cosmica".


https://it.wikipedia.org/wiki/Cosmicismo
In tali viaggi, c'erano innumerevoli pericoli locali; così come quel terrificante pericolo finale che si agita in modo indicibile al di fuori dell'universo ordinato, dove nessun sogno arriva; quell'ultima macchia amorfa di confusione abissale che bestemmia e ribolle al centro di tutta l'infinità - il daemon sultano Azathoth senza limiti, il cui nome nessuna labbra osa pronunciare ad alta voce, e che rosicchia avido in camere inconcepibili e non illuminate oltre il tempo in mezzo al battito soffocato e folle di tamburi vili e al sottile, monotono lamento di flauti maledetti; a cui detestabile martellamento e fischietto danzano lentamente, goffamente e in modo assurdo gli dei Ultimi giganti, gli dei Altri ciechi, senza voce, tenebrosi, senza mente, la cui anima e messaggero è il caos strisciante Nyarlathotep.

La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath di Howard Phillips Lovecraft (1943)
"Forse voragini d'azzurro, pozzi di fuoco. Forse è su questi piani che s’incontrano lune e comete, favole e mari. Nelle ore d’amarezza immagino sfere di zaffiro, di metallo.
Sono padrone del silenzio."

A. Rimbaud
"Tutto elegante e fiero
un prode cavaliere
all'ombra della notte e sotto il sole
viaggiava ormai da tempo
cantando una canzone,
cercando senza posa l'Eldorado.
Ma diventava vecchio,
l'audace cavaliere,
e sul suo cuore un'ombra ormai discese,
non trovando
nessuna terra al mondo
che agli occhi suoi sembrasse l'Eldorado.
E quando le sue forze
infine lo lasciarono
s'imbatté in un'ombra peregrina.
"Ombra", le domandò,
"dove potrà mai essere
questo luogo che chiamano Eldorado?"
"Là, oltre i Monti della Luna,
e lungo la Valle delle Ombre,
cavalca, su, cavalca",
l'ombra disse,
"se tu cerchi l'Eldorado!"

Edgar Allan Poe, "Eldorado"
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
"Non siamo in grado di concepire quali strutture potrebbero emergere nel lontano futuro dell'universo. Ancor meno, dunque, possiamo immaginare cosa potrebbe succedere in un altro universo in cui ci fossero altre forze oltre alle quattro che conosciamo o in cui il numero di dimensioni fosse maggiore. Il nostro universo potrebbe essere una specie di ' parente povero' di altri ben più ricchi di strutture e potenzialità che vanno al di là delle nostre fantasie"

M. Rees, astrofisico
2024/11/05 01:09:48
Back to Top
HTML Embed Code: