Forwarded from Elcrackdel23 (Elcrackdel23)
España es el quinto país más endeudado de Europa en relación al pib, hace sólo 16 años apenas teníamos un 35%, hoy tenemos el triple, 104%, solo en términos de pib.
Forwarded from Cronache Ribelli
Nella cultura patriarcale giapponese era difficile essere una donna ribelle come Kanno Sugako. Nata nel 1880, aveva capito presto qual era il posto e la considerazione per le donne nel suo Paese tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Dopo la morte della madre il padre si risposò e la sua matrigna la trattava con tanto disprezzo da arrivare a farla violentare da un minatore a soli 15 anni. Un evento che la traumatizzò profondamente anche perché vissuto nel silenzio e nella vergogna. Un silenzio e una vergogna che vennero meno quando Kanno leggendo uno scritto dello storico giapponese, Sakai Toshihiko, scoprì che anche in Giappone c'erano uomini che sostenevano che la vittima di uno stupro non deve sentirsi in colpa, che sono i suoi aguzzini a doversi vergognare.
Le parole di Sakai cambiarono Kanno che approdò a letture sempre più impegnate e anticonformiste. Si avvicinò ai movimenti rivoluzionari e divenne una scrittrice molto attiva in merito ai diritti delle donne.
Restò una convinta pacifista fin quando, nel 1908, dopo l'arresto in massa di socialisti e anarchici durante un raduno scoprì che molti di loro avevano subito torture. Protestò e venne arrestata anche lei. Decise allora di cambiare radicalmente il suo metodo di lotta: “l’imperatore Mutsuhito, paragonato con altri imperatori, sembra godere di una certa popolarità tra la gente comune e pare essere una brava persona. E ho pietà di lui in quanto individuo, ma è un imperatore, il primo responsabile dello sfruttamento economico del popolo. È politicamente alla base di ogni crimine commesso, è intellettualmente la causa fondamentale di ogni credenza superstiziosa. Concludendo, una persona che ricopre un ruolo simile deve essere eliminato”.
Dalla teoria Kanno passò all’azione: aveva già preparato l’esplosivo che avrebbe fatto saltare in aria Mutsuhito quando fu arrestata dopo una delazione. Con lei finirono dentro decine di anarchici, molti dei quali innocenti. 24 di loro verranno condannati alla pena di morte, inclusa Kanno, prima donna ad essere impiccata in Giappone con l’accusa di tradimento. In punto di morte, il suo pensiero non andò tanto alla sua sorte ma a quella dei compagni innocenti:
“Amici, compagni, più della metà di loro erano spettatori innocenti di quanto era stato orchestrato da 5 o 6 tra noi. Perché erano in qualche modo vicini a noi e perché sono anarchici ora saranno sacrificati in maniera orribile. Abbiamo navigato l’Oceano contro il vento dei pensieri di oggi, e siamo affondati”.
Kanno Sugako verrà impiccata il 25 gennaio del 1911.
Cronache Ribelli
Le parole di Sakai cambiarono Kanno che approdò a letture sempre più impegnate e anticonformiste. Si avvicinò ai movimenti rivoluzionari e divenne una scrittrice molto attiva in merito ai diritti delle donne.
Restò una convinta pacifista fin quando, nel 1908, dopo l'arresto in massa di socialisti e anarchici durante un raduno scoprì che molti di loro avevano subito torture. Protestò e venne arrestata anche lei. Decise allora di cambiare radicalmente il suo metodo di lotta: “l’imperatore Mutsuhito, paragonato con altri imperatori, sembra godere di una certa popolarità tra la gente comune e pare essere una brava persona. E ho pietà di lui in quanto individuo, ma è un imperatore, il primo responsabile dello sfruttamento economico del popolo. È politicamente alla base di ogni crimine commesso, è intellettualmente la causa fondamentale di ogni credenza superstiziosa. Concludendo, una persona che ricopre un ruolo simile deve essere eliminato”.
Dalla teoria Kanno passò all’azione: aveva già preparato l’esplosivo che avrebbe fatto saltare in aria Mutsuhito quando fu arrestata dopo una delazione. Con lei finirono dentro decine di anarchici, molti dei quali innocenti. 24 di loro verranno condannati alla pena di morte, inclusa Kanno, prima donna ad essere impiccata in Giappone con l’accusa di tradimento. In punto di morte, il suo pensiero non andò tanto alla sua sorte ma a quella dei compagni innocenti:
“Amici, compagni, più della metà di loro erano spettatori innocenti di quanto era stato orchestrato da 5 o 6 tra noi. Perché erano in qualche modo vicini a noi e perché sono anarchici ora saranno sacrificati in maniera orribile. Abbiamo navigato l’Oceano contro il vento dei pensieri di oggi, e siamo affondati”.
Kanno Sugako verrà impiccata il 25 gennaio del 1911.
Cronache Ribelli
Forwarded from Llibertat.cat 🎗
46è aniversari de l'assassinat de l'independentista Martí Marcó
https://www.llibertat.cat/2025/01/46e-aniversari-de-l-assassinat-de-l-independentista-marti-marco-57662
https://www.llibertat.cat/2025/01/46e-aniversari-de-l-assassinat-de-l-independentista-marti-marco-57662
Llibertat.cat
46è aniversari de l'assassinat de l'independentista Martí Marcó
Martí Marcó i Bardella va ser ferit de mort el matí del 26 de gener de 1979, mentre circulava amb dos companys d'un escamot independentista
Forwarded from Cronache Ribelli
“Carissimo Borasio, la morte ha scoccato la sua freccia: essa mi raggiungerà tra poco. Ti ricordo come uno degli amici più cari e so che soffrirai. Ma vado al martirio col volto sereno e l'anima in pace: la causa è alta e la vita per essa non è spesa invano.”
Di provata fede antifascista, Giulio Biglieri, nato a L’Aquila il 9 ottobre 1911, fu arrestato per la prima volta dai fascisti quando aveva appena ventuno anni. All’epoca si trovava a Roma e fu incarcerato a Regina Coeli; prosciolto in istruttoria, poté tornare libero. Raggiunse così la sua famiglia che si era trasferita a Novara. Nel 1940 Giulio vinse un concorso e divenne bibliotecario presso la Biblioteca Nazionale di Torino. All’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale fu richiamato sotto le armi come capitano di complemento e fu destinato al fronte albanese, dove si distinse per coraggio, ottenendo vari riconoscimenti. All’indomani dell’8 settembre Biglieri si trovava nel Meridione, ma decise di tornare a Nord per entrare nella Resistenza. Agì di fatto come elemento di collegamento, compiendo numerose missioni tra il Piemonte e Roma, ma anche nell’alto Novarese e in Valsesia, dove si erano costituite le prime bande partigiane dell’area. In contatto col Partito d’Azione e col Partito Socialista, Biglieri entrò a far parte del 1° Comitato Militare Regionale Piemontese. Arrestato una prima volta dalle autorità repubblichine nel febbraio del 1944, riuscì, dopo dodici giorni di prigionia, a farsi liberare. Trasferitosi con una falsa identità a Torino, proseguì incessantemente la sua azione antifascista ma venne presto identificato. Catturato insieme ad altri membri del CLN, fu tra i partigiani uccisi al Poligono di tiro Martinetto il 5 aprile 1944.
Le lettere di Biglieri insieme ad altri 150 partigiane e partigiani condannati a morte sono raccolte in "Qui soltanto il cadavere, l'idea non muore". Lo trovate qui: https://bit.ly/4iaEB3j
Di provata fede antifascista, Giulio Biglieri, nato a L’Aquila il 9 ottobre 1911, fu arrestato per la prima volta dai fascisti quando aveva appena ventuno anni. All’epoca si trovava a Roma e fu incarcerato a Regina Coeli; prosciolto in istruttoria, poté tornare libero. Raggiunse così la sua famiglia che si era trasferita a Novara. Nel 1940 Giulio vinse un concorso e divenne bibliotecario presso la Biblioteca Nazionale di Torino. All’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale fu richiamato sotto le armi come capitano di complemento e fu destinato al fronte albanese, dove si distinse per coraggio, ottenendo vari riconoscimenti. All’indomani dell’8 settembre Biglieri si trovava nel Meridione, ma decise di tornare a Nord per entrare nella Resistenza. Agì di fatto come elemento di collegamento, compiendo numerose missioni tra il Piemonte e Roma, ma anche nell’alto Novarese e in Valsesia, dove si erano costituite le prime bande partigiane dell’area. In contatto col Partito d’Azione e col Partito Socialista, Biglieri entrò a far parte del 1° Comitato Militare Regionale Piemontese. Arrestato una prima volta dalle autorità repubblichine nel febbraio del 1944, riuscì, dopo dodici giorni di prigionia, a farsi liberare. Trasferitosi con una falsa identità a Torino, proseguì incessantemente la sua azione antifascista ma venne presto identificato. Catturato insieme ad altri membri del CLN, fu tra i partigiani uccisi al Poligono di tiro Martinetto il 5 aprile 1944.
Le lettere di Biglieri insieme ad altri 150 partigiane e partigiani condannati a morte sono raccolte in "Qui soltanto il cadavere, l'idea non muore". Lo trovate qui: https://bit.ly/4iaEB3j
Cronache Ribelli
Qui soltanto il cadavere, l'idea non muore - Lettere di donne e uomini
Questo volume trae ispirazione dal celebre testo Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana (Einaudi, 1952). Rispetto al volume suddetto è stata realizzata una diversa selezione delle missive e sono state selezionate e approfondite nuove biografie.…