ANARCHIAAUTONOMIA Telegram 17231
Forwarded from Cronache Ribelli
"Domenica, maledetta domenica
Quando spararono sulla gente
Le urla di tredici martiri
Riempirono il cielo di Derry
Qualcuno di voi
Riesce davvero ad incolpare quei ragazzi?
Nessun soldato sanguinava
Mentre chiudevano le bare"
Così cantava John Lennon in Sunday Bloody Sunday, uno dei brani più famosi (insieme a quello omonimo degli U2), dedicati agli eventi del 30 gennaio 1972.
Gli anni Settanta furono uno dei momenti più drammatici per la questione dell'appartenenza dell'Irlanda del Nord al Regno Unito. Gli scontri tra i protestanti unionisti ed i cattolici repubblicani erano all'ordine del giorno, così come le marce e le proteste. Come quella che si svolgeva a Derry in quel giorno di gennaio.
Una marcia organizzata dalla NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) per denunciare la detenzione di numerosi repubblicani irlandesi. La legge inglese infatti permetteva di trattenere per un tempo quasi indeterminato, e senza processo, i cittadini accusati di partecipare alla lotta per l’indipendenza. Centinaia di persone erano così in carcere senza alcuna prospettiva di venire giudicate o liberate.
A Derry, come in altre città, si protestava contro tutto questo. Ma in questa cittadina fu mandato il primo battaglione dei paracadutisti britannici, col compito disperdere la folla che, secondo le autorità, stava manifestando illegalmente.
Mentre il corteo era in movimento iniziarono gli spari. Una pioggia di proiettili investì i manifestanti, decine caddero a terra. Tredici di loro non si alzarono più. La maggior parte erano ragazzi. Ricorda benissimo quel giorno il reverendo Maurice Ouellet: "Ad un certo punto sentii sirene di ogni tipo. Sembrava che ogni sirena di Derry stesse suonando. Capii che era successo qualcosa di terribile". Andò quindi all'ospedale più vicino. Un'infermiera stava curando i feriti e gli disse: "Padre, ci ammazzano tutti". Poco oltre vi era una ragazzina di 15 o 16 anni, sdraiata sul pavimento. Non si muoveva, del sangue colava da una ferita alla testa. Aprì gli occhi e mi disse: "Padre, fa tanto male".
Una prima inchiesta del governo britannico assolse completamente i parà da ogni responsabilità, sostenendo che aveva risposto ai colpi sparati da alcuni manifestanti.
Col tempo questa versione dei fatti fu ampiamente smentita.
Le scuse, come al solito, arrivarono tardive. Solo nel 2010 il premier David Cameron affermò che la reazione dei soldati britannici fu completamente gratuita.

Ricordiamo la Bloody Sunday anche in Cronache Ribelli volume 3. Trovate l'antologia, con i 3 volumi insieme a prezzo scontato, cliccando qui: https://bit.ly/4atNboQ



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Quando spararono sulla gente
Le urla di tredici martiri
Riempirono il cielo di Derry
Qualcuno di voi
Riesce davvero ad incolpare quei ragazzi?
Nessun soldato sanguinava
Mentre chiudevano le bare"
Così cantava John Lennon in Sunday Bloody Sunday, uno dei brani più famosi (insieme a quello omonimo degli U2), dedicati agli eventi del 30 gennaio 1972.
Gli anni Settanta furono uno dei momenti più drammatici per la questione dell'appartenenza dell'Irlanda del Nord al Regno Unito. Gli scontri tra i protestanti unionisti ed i cattolici repubblicani erano all'ordine del giorno, così come le marce e le proteste. Come quella che si svolgeva a Derry in quel giorno di gennaio.
Una marcia organizzata dalla NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) per denunciare la detenzione di numerosi repubblicani irlandesi. La legge inglese infatti permetteva di trattenere per un tempo quasi indeterminato, e senza processo, i cittadini accusati di partecipare alla lotta per l’indipendenza. Centinaia di persone erano così in carcere senza alcuna prospettiva di venire giudicate o liberate.
A Derry, come in altre città, si protestava contro tutto questo. Ma in questa cittadina fu mandato il primo battaglione dei paracadutisti britannici, col compito disperdere la folla che, secondo le autorità, stava manifestando illegalmente.
Mentre il corteo era in movimento iniziarono gli spari. Una pioggia di proiettili investì i manifestanti, decine caddero a terra. Tredici di loro non si alzarono più. La maggior parte erano ragazzi. Ricorda benissimo quel giorno il reverendo Maurice Ouellet: "Ad un certo punto sentii sirene di ogni tipo. Sembrava che ogni sirena di Derry stesse suonando. Capii che era successo qualcosa di terribile". Andò quindi all'ospedale più vicino. Un'infermiera stava curando i feriti e gli disse: "Padre, ci ammazzano tutti". Poco oltre vi era una ragazzina di 15 o 16 anni, sdraiata sul pavimento. Non si muoveva, del sangue colava da una ferita alla testa. Aprì gli occhi e mi disse: "Padre, fa tanto male".
Una prima inchiesta del governo britannico assolse completamente i parà da ogni responsabilità, sostenendo che aveva risposto ai colpi sparati da alcuni manifestanti.
Col tempo questa versione dei fatti fu ampiamente smentita.
Le scuse, come al solito, arrivarono tardive. Solo nel 2010 il premier David Cameron affermò che la reazione dei soldati britannici fu completamente gratuita.

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BY Voluntarismo en Lucha✊🏴




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