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3655 - Telegram Web
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Un angelo non può odiare e non può neppure fare a meno di amare. Ma si può forse amare tutti, tutti gli uomini, tutti i propri simili? Mi sono posta più volte questa domanda. Naturalmente è impossibile, e sarebbe addirittura innaturale. Chi ama l'umanità di un amore astratto quasi sempre ama soltanto se stesso.

- Fëdor Dostoevskij, L'idiota
L'ERODOTO CHE GUARDAVA I MAIALI e altre storie popolari 1300 - 1600

- Duccio Balestracci, Laterza, Bari-Roma (2025)

"La Storia racconta il potere: i re, le corti, i papi, le battaglie e i condottieri. E questo racconto serve a giustificare il potere nelle sue scelte, a glorificare il carattere e il carisma dei vincenti. Eppure, nelle pieghe dei ‘secoli bui’, esiste una narrazione diversa, fatta da personaggi minuti e con poca dimestichezza con le lettere. Parroci, artigiani, piccoli commercianti che, vagando da una piazza a una taverna, ci hanno lasciato un diverso racconto dei grandi fatti che hanno vissuto e che spesso li hanno travolti. A scrivere la Storia e le cronache, di norma, fra Medioevo e prima età Moderna, sono le persone acculturate: grandi ecclesiastici, notai, borghesi istruiti, uomini di lettere. Ma che succede – ‘che Storia è’ – quando a farlo sono un ex guardiano di porci senese del Trecento o uno speziale lunigiano del Quattrocento (entrambi, peraltro, per lungo tempo analfabeti)? O quando a raccontare la Bologna medievale è un muratore o a parlare della Firenze del Quattrocento un vinaio? Come si inserisce il racconto della monaca del Seicento nel coro dei testimoni della Storia della sua epoca, fatto di figure maschili, le sole legittimate a usare la scrittura? Per non dire di quei popolani che la Storia la raccontano cantandola in terzine o, più spesso, in ottava rima per un pubblico e un uditorio che non siedono in solitudine in pensosi studioli, ma ascoltano in una vociante piazza e che, la Storia, vogliono sentirsela cantare come si racconterebbero le imprese di Lancillotto o di Orlando. Una pattuglia di scrittori ‘non autorizzati’ che si muove nel territorio della storiografia, usando la scrittura alla meglio, esprimendosi in un volgare approssimativo, ma senza condizionamenti. Una Storia tutta da leggere".

#ConsigliDiLettura
🇯🇵 La cura dei fiori, Giappone. Chris Marker, 1959
Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.
All’orlo della pioggia, una vela.

Lenta la vela perderà di vista le isole;
in una foschia se ne andrà la fede nei porti
di un’intera razza.

La guerra dei dieci anni è finita.
La chioma di Elena, una nuvola grigia.
Troia, un bianco accumulo di cenere
vicino al gocciolar del mare.

Il gocciolio si tende come le corde di un’arpa.
Un uomo con occhi annuvolati raccoglie la pioggia
e pizzica il primo verso dell’Odissea.


- Derek Walcott
Degli anelli del tempo, che si aggiungono
sempre nuovi, furono alcuni così stretti
che ne ricordo solo l’orrore di soffocare.
In altri, larghi e informi, vagai smarrita
senza un sostegno a cui aggrapparmi. I più,
pallidamente indifferenti, si ammucchiavano
gli uni sugli altri, subito saldandosi
senza nemmeno un segno di sutura.
Solo a pochi e per poco è tollerabile
riandare. Ma almeno questo, l’ultimo,
di cui oggi si chiude il cerchio, resta perfetto
nel mio cuore: cornice d’oro intorno
a uno specchio di gioia. Chiedo solo
di serbar quest’immagine. E che a te
uno stesso fulgore la riveli
e la circondi, allo scader dell’ora,
nel tuo specchio gemello.


- Margherita Guidacci
Odorano le stelle di febbraio
se al crudo del rovaio
il calicanto nella notte esala.

Una goccia di miele,
una goccia di cera
sopra ramaglia nera
chiama l'ape fedele.

Ah, quel filo d'aprile
così saldo ed acuto,
quel profumo sottile
dentro il gelo perduto.

Là nel fondo del tempo al coro, all'eco
delle stagioni mi rapisce il senso
che non succede e reca
memoria della nostra ancor più intensa.

Un profumo, un ricordo,
che in sé vive ignorato,
un respiro, un accordo
alla morte affidato.


- Luigi Fallacara
La rivincita di Dio testimonia l'esaurimento di una determinata visione della modernità: una visione in cui la fede nella scienza, nella ragione, nella tecnica, è intesa nei termini di un conflitto irresolubile con la fede religiosa.

- Lorenzo Ornaghi
LA FINE DEL MONDO. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali

- Ernesto De Martino, Einaudi, Torino (2019)

I tre curatori hanno deciso sia d'inserire nel testo una selezione degli scritti filosofici piú rappresentativi, non presenti nell'edizione italiana, sia di porre in risalto i nessi strutturali tra le varie sezioni in cui si articola il progetto dell'opera: ciò ha comportato la revisione dell'intera architettura del volume, nel rispetto delle intenzioni dell'autore. Alla base dell'indagine sulle diverse declinazioni storiche del tema della «fine del mondo» vi è il bisogno di fare luce sul presente della civiltà occidentale, attraversata da una crisi che sembra corroderne le fondamenta dall'interno, avviandola verso un assai probabile declino. De Martino s'interroga sulle motivazioni profonde di questo complesso fenomeno, volgendo lo sguardo alla psicopatologia, alla filosofia, all'arte e alla letteratura. Lo studioso affronta una serie di nodi cruciali, che vanno dal senso di «spaesamento» dell'uomo d'oggi allo sfaldamento della memoria storica, in cui sono sedimentate le scelte culturali che contraddistinguono una determinata civiltà.

#ConsigliDiLettura
🇦🇹🇮🇹 Plöckenpass (Passo di Monte Croce Carnico), Alpi Carniche, confine italo-austriaco, 1930.
Arreda la tua mente e vivi lì
fuggi la fosca fiera dei felici.
Devi soffrire meglio di così
se vuoi sventare i loro malefici.

- Patrizia Valduga
Stamani, l’aria è di vetro:
stupito, cammino attraverso un muro di cristallo
e un altro muro,
perché tu veda — anche se
di sera il mio cuore si incrina —
com’è semplice
vivere un miracolo
vivere ancora.


- Gyula Illyés
È meglio mangiare carne e bere vino piuttosto che divorare con la maldicenza le carni dei fratelli!

- San Macario il Grande
TRA I CIELI DELL'IMPERO. Storie di guerra e d'amore nell'Africa Orientale Italiana. Presentazione del libro

🗓 Sabato 15 Febbraio 2025

🕙 Ore 18.00

📍Casa della Cultura Italo Calvino, via Roma 29, Calderara di Reno (Bologna)

Durante un viaggio in Eritrea Giovanna riscopre la storia dei giovani ed eroici piloti della 412° Squadriglia della Regia Aeronautica, ma anche le vicende che uniscono fatti di guerra alla lunga lotta di liberazione dell'Eritrea dell'occupazione prima inglese e poi etiope. Ricompaiono così frammenti di ricordi di guerra e d'amore ritrovati tra i detriti del tempo.

#eventi
🇯🇵 Nevicata notturna, Tokyo (1936)
Al momento tutto gira ancora,
tutto va bene,
fa il suo corso

Le nostre vittorie
ci sgusciano via
persino le nostre sconfitte
si sono rivelate fugaci

Precursori siamo noi
arrancanti dietro la posterità
o sopravvissuti, o rimasti,
in anticipo sul loro tempo

Anche la fine del mondo
è forse
soltanto un provvisorio

Al momento moriamo
in buona coscienza
nelle nostre sdraio

E poi vedremo


- Hans Magnus Enzensberger
È caduta ogni pena.

Adesso piove
tranquillamente sull’eterna vita.
Là sotto la rimessa, al suo motore,
è — di lontano — un piccolo operaio.

Dal chiuso libro adesso approdo a quella
vita lontana. Ma qual è la vera
non so.

E non lo dice il nuovo sole.


- Sandro Penna

[In foto: luci dell'alba, Belgrado (Serbia), Novembre 2023 ©️ Marco Malaguti]
Della notte so poco
ma di me la notte sembra sapere,
e piú ancora, mi assiste come se mi amasse,
mi ammanta di stelle la coscienza.


Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è nulla
e nulla le nostre congetture
e nulla gli esseri che la vivono.
Forse le parole sono l’unica cosa che esiste
nel vuoto enorme dei secoli
che ci graffiano l’anima coi ricordi.

Ma la notte conosce la miseria
che succhia il sangue e le idee.
Scaglia l’odio, la notte, sui nostri sguardi
che sa pieni di interessi, di incontri mancati.

Ma accade che la notte, ne senta il pianto nelle ossa.
Delira la sua lacrima immensa
e grida che qualcosa è partito per sempre.

Un giorno torneremo a essere.

-
Alejandra Pizarnik
2025/02/23 02:51:25
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