EFFIMERE ILLUSIONI. Novelle ungheresi tra Ottocento e Novecento
- a cura di Katalin Mellace, Edizioni Tracce e Ombre, Viterbo (2025)
Sette decenni di realtà ungherese (1870-1930) riflessi in quindici novelle, non per offrire un panorama completo, ma solo per illustrare attraverso questi frammenti la ricca varietà di un periodo significativo della narrativa realista magiara. Sette autori difficili da classificare sotto un unico genere – prosatori, poeti, saggisti, critici e traduttori allo stesso tempo – che con realismo psicologico, con diverse esigenze filosofiche, con raffinate combinazioni di tecniche rappresentative, naturalistiche e impressionistiche, ci hanno consegnato una serie di memorabili ritratti della società ungherese del loro tempo, registrando i continui cambiamenti della storia e intrecciando la tradizione del passato e l'intuizione del futuro.
#ConsigliDiLettura
- a cura di Katalin Mellace, Edizioni Tracce e Ombre, Viterbo (2025)
Sette decenni di realtà ungherese (1870-1930) riflessi in quindici novelle, non per offrire un panorama completo, ma solo per illustrare attraverso questi frammenti la ricca varietà di un periodo significativo della narrativa realista magiara. Sette autori difficili da classificare sotto un unico genere – prosatori, poeti, saggisti, critici e traduttori allo stesso tempo – che con realismo psicologico, con diverse esigenze filosofiche, con raffinate combinazioni di tecniche rappresentative, naturalistiche e impressionistiche, ci hanno consegnato una serie di memorabili ritratti della società ungherese del loro tempo, registrando i continui cambiamenti della storia e intrecciando la tradizione del passato e l'intuizione del futuro.
#ConsigliDiLettura
Quando volo sull’acqua buia
E sfreccio sulle nere selve,
Non ho nulla nelle tasche –
Tabacco misto ai versi russi.
Quando l’angelo porterà l’anima,
Avvinghiandola nella nebbia – e nella fiamma,
Non avrò corpo, né lacrime,
Ma solo la sacca dei versi nel cuore.
Ma prima di entrare nel fuoco spalancato:
Imploro – non bruciare, lasciami questa piccolezza,
L’angelo dice: lasciala, non toccarla,
È tutta impregnata di chiaro veleno.
- Elena Andreevna Švarc
E sfreccio sulle nere selve,
Non ho nulla nelle tasche –
Tabacco misto ai versi russi.
Quando l’angelo porterà l’anima,
Avvinghiandola nella nebbia – e nella fiamma,
Non avrò corpo, né lacrime,
Ma solo la sacca dei versi nel cuore.
Ma prima di entrare nel fuoco spalancato:
Imploro – non bruciare, lasciami questa piccolezza,
L’angelo dice: lasciala, non toccarla,
È tutta impregnata di chiaro veleno.
- Elena Andreevna Švarc
Perdita d'energia, fatica d'esser se stessi. Voglia d'oblio, non per ritrovare l'innocenza perduta, forse condizione di un nuovo inizio, ma per addormentarsi più agevolmente nel fragore del nichilismo, per ripiegarsi nel privato e nella comodità narcisistica dei consumi. La figura di Amleto rappresenta per Carl Schmitt l'estrema difficoltà di scelte esistenziali. L'indecisione deriva da una volontà inadeguata rispetto alla realtà: se la volontà è indecisa, c'è solo la casualità di un incontro col reale. La storia continua a svilupparsi su scala planetaria, per iniziativa propria o per volontà altrui. La politica è la storia in azione. Ma il grande disegno politico, che darebbe unità e speranza, dov'è? Essere o non essere? Amleto oggi è l'Europa.
- Alain de Benoist
- Alain de Benoist
IL DIO DALLE FRECCE FIORITE. Miti e leggende dell'amore in India
- Giuliano Boccali, Il Mulino, Bologna (2022)
Kama, il dio dell’amore indiano, forse il più potente e insidioso di tutti gli dèi, ha caratteristiche assai affascinanti: si aggira giorno e notte armato d’arco come Cupido, è meravigliosamente bello e le punte delle sue frecce sono fatte di fiori, tra i quali spiccano il gelsomino e la ninfea blu. Non per questo quei dardi sono meno micidiali, perché l’opera del divino arciere può produrre esiti felici ma pure irrimediabili disastri. Nel libro si raccontano le imprese del dio «dalle frecce fiorite» assunte come simbolo delle infinite forme con cui il desiderio, il piacere e l’amore possono manifestarsi: la brutalità sessuale, lo struggente amore «di lontano», il corteggiamento, il matrimonio e il tradimento, la sensualità e la passione per Dio, ma - prima di tutte - la creazione della vita, di ogni vita. Sono storie ricche di suggestioni e di poesia, una tradizione millenaria a cui l’autore attinge a piene mani per disvelare al lettore la mitologia e la spiritualità indiana.
#ConsigliDiLettura
- Giuliano Boccali, Il Mulino, Bologna (2022)
Kama, il dio dell’amore indiano, forse il più potente e insidioso di tutti gli dèi, ha caratteristiche assai affascinanti: si aggira giorno e notte armato d’arco come Cupido, è meravigliosamente bello e le punte delle sue frecce sono fatte di fiori, tra i quali spiccano il gelsomino e la ninfea blu. Non per questo quei dardi sono meno micidiali, perché l’opera del divino arciere può produrre esiti felici ma pure irrimediabili disastri. Nel libro si raccontano le imprese del dio «dalle frecce fiorite» assunte come simbolo delle infinite forme con cui il desiderio, il piacere e l’amore possono manifestarsi: la brutalità sessuale, lo struggente amore «di lontano», il corteggiamento, il matrimonio e il tradimento, la sensualità e la passione per Dio, ma - prima di tutte - la creazione della vita, di ogni vita. Sono storie ricche di suggestioni e di poesia, una tradizione millenaria a cui l’autore attinge a piene mani per disvelare al lettore la mitologia e la spiritualità indiana.
#ConsigliDiLettura
In Ungheria comincia il tempo delle Busójárás, le camminate dei Busó, tradizionali maschere carnevalesche del sud del paese, in particolare dell'area attorno alla città di Mohács, al confine con la Croazia e la Serbia. La tradizione è diffusa anche nei villaggi abitati dalla locale minoranza croata, dove prende il nome di Pohod Bušara. Secondo la leggenda questi demoni, in realtà benefici e amici del popolo ungherese, combatterono più volte contro gli Ottomani, massacrandoli e spaventandoli durante la lunga occupazione da parte della Sublime Porta dal paese danubiano. La tradizione delle Busójárás è però probabilmente molto più antica e affonda le sue radici nei culti pagani radicati nell'Alföld ungherese prima dell'arrivo dei Magiari dall'attuale Ucraina Meridionale, dove risiedevano. Le Busójárás di solito terminano con grandi falò, attorno ai quali le comunità si radunano danzando e bevendo e terminano, tradizionalmente, il giorno del Mercoledì delle Ceneri.
I Nibelunghi, "Come Iring fu ucciso"
Marco Malaguti - Clara Tassinari
📚🕯 LETTURE NOTTURNE
"Il Canto dei Nibelunghi", antico poema epico germanico.
Trentacinquesima Avventura, "Come Iring fu ucciso"
(voce narrante di Marco Malaguti, voce introduttiva e proemio di Clara Tassinari)
Ogni mercoledì alle ore 22.00
Podcast Youtube
Seguimi su Instagram
#INibelunghi@lelephantnoir
"Il Canto dei Nibelunghi", antico poema epico germanico.
Trentacinquesima Avventura, "Come Iring fu ucciso"
(voce narrante di Marco Malaguti, voce introduttiva e proemio di Clara Tassinari)
Ogni mercoledì alle ore 22.00
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La critica è il verbo natale dei popoli liberi. La critica è il primo passo verso il rispetto di qualunque cosa. Se sottoponiamo a critica una cosa, significa che l'abbiamo presa in seria considerazione. Tutto ciò che lasciamo indiscusso ci è, in fondo, indifferente. L'entusiasmo è una forza propulsiva immortale, il cui valore può essere misurato, però, soltanto dalla forza opposta, che cerca di contenerlo. In noi non c'è un inno, ma un dramma, perché lo spirito umano vuole sentire due voci.
- Rudolf Borchardt, Il fiore e il nuovo giardino
- Rudolf Borchardt, Il fiore e il nuovo giardino
GIAPPONE. Terra di Geisha e Samurai
🗓 dal 1 Marzo al 29 Giugno 2025
🕙 Tutti i giorni (domeniche e festivi compresi): dalle 10 alle 18.30
Mercoledì chiuso (La biglietteria chiude alle 17.30)
La mostra è visitabile anche a Pasqua, Pasquetta, 25 Aprile, 1° Maggio e 2 Giugno
📍 Villa Contarini Camerini, via Camerini 1, Piazzola sul Brenta (Padova)
Un viaggio tra bellezza, eleganza e mistero: dal 1° marzo 2025, la splendida cornice di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova) ospiterà una mostra straordinaria dedicata al fascino intramontabile del Giappone tradizionale.
Tra gli evocativi petali di ciliegio e l’austera fierezza dei samurai, l’esposizione condurrà il visitatore alla scoperta di una cultura unica, capace di coniugare forza e grazia, tradizione e spiritualità. Giappone. Terra di geisha e samurai, curata da Francesco Morena, è un percorso di avvicinamento alla straordinaria cultura giapponese. Un viaggio iniziatico in un paese la cui cultura e le cui arti affascinano da sempre, per grandissima varietà e raffinatezza. A partire dalla metà dell'Ottocento, gli europei e gli statunitensi hanno infatti avuto modo di conoscere in maniera sempre più approfondita il Giappone, apprezzandone le sue specifiche caratteristiche che lo rendono diverso da qualsiasi altro paese al mondo. Il percorso espositivo propone uno spaccato delle arti tradizionali dell'arcipelago estremo-orientale attraverso una precisa selezione di opere databili tra il XVII e il XX secolo provenienti dal fondo privato di Valter Guarnieri, collezionista trevigiano con una grande passione per l’Asia orientale, alle quali si uniscono, in questa speciale occasione, alcuni kimono di collezione privata e preziose ukiyo-e di Hokusai, Hiroshige e Utamaro dalla collezione di Giancarlo Mariani.
#eventi
🗓 dal 1 Marzo al 29 Giugno 2025
🕙 Tutti i giorni (domeniche e festivi compresi): dalle 10 alle 18.30
Mercoledì chiuso (La biglietteria chiude alle 17.30)
La mostra è visitabile anche a Pasqua, Pasquetta, 25 Aprile, 1° Maggio e 2 Giugno
📍 Villa Contarini Camerini, via Camerini 1, Piazzola sul Brenta (Padova)
Un viaggio tra bellezza, eleganza e mistero: dal 1° marzo 2025, la splendida cornice di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova) ospiterà una mostra straordinaria dedicata al fascino intramontabile del Giappone tradizionale.
Tra gli evocativi petali di ciliegio e l’austera fierezza dei samurai, l’esposizione condurrà il visitatore alla scoperta di una cultura unica, capace di coniugare forza e grazia, tradizione e spiritualità. Giappone. Terra di geisha e samurai, curata da Francesco Morena, è un percorso di avvicinamento alla straordinaria cultura giapponese. Un viaggio iniziatico in un paese la cui cultura e le cui arti affascinano da sempre, per grandissima varietà e raffinatezza. A partire dalla metà dell'Ottocento, gli europei e gli statunitensi hanno infatti avuto modo di conoscere in maniera sempre più approfondita il Giappone, apprezzandone le sue specifiche caratteristiche che lo rendono diverso da qualsiasi altro paese al mondo. Il percorso espositivo propone uno spaccato delle arti tradizionali dell'arcipelago estremo-orientale attraverso una precisa selezione di opere databili tra il XVII e il XX secolo provenienti dal fondo privato di Valter Guarnieri, collezionista trevigiano con una grande passione per l’Asia orientale, alle quali si uniscono, in questa speciale occasione, alcuni kimono di collezione privata e preziose ukiyo-e di Hokusai, Hiroshige e Utamaro dalla collezione di Giancarlo Mariani.
#eventi
Terminava il 13 Febbraio 1945, con la vittoria sovietica, dopo una durissima resistenza magiaro-tedesca, l'assedio di Budapest. La battaglia urbana per la capitale ungherese, una delle più dure del secondo conflitto mondiale era cominciata il 29 Ottobre precedente e lasciò la capitale magiara per la gran parte distrutta (i lavori di ricostruzione perdurano ancora oggi). Dopo la battaglia i tedeschi del generale Friessner e i resti dell'esercito ungherese delle Croci Frecciate di Ferenc Szálasi si ritirarono a Occidente, destinate a opporre un'ultima disperata resistenza nella zona del lago Balaton. Nel Marzo 1945, con l'Operazione Frühlingserwachen, tedeschi e ungheresi effettuarono l'ultimo disperato contrattacco, che ebbe parziale successo, minacciando seriamente la sponda meridionale del Balaton e la capitale, che però non fu riconquistata, segnando la fine delle controffensive dell'asse sul fronte orientale, ormai definitivamente compromesso.