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Non è successo niente. Tu, Dio, m’hai perduto,
che non devi sognare perché hai tutto.
Ingenuo, stupido Lot, che non si era voltato!
Coraggio che ha coraggio da sé si taglia il sudario.
Sono un po’ stanco. Cercami finché posso
ancora esser trovato, come la cosa che cresce
nel circolo, nel cerchio degli infiniti vertici,
come un letto che è assurdo (perché Procuste non c’è).
Perché non c’è Procuste. Tutto questo è esistito
forse, ma non piú ora! (In cielo dimora il non essere?)
Il matto tarlo si trapana nella sua opera
dall’altra parte, fuori; sarà già oltre la bibbia.
Non la mia morte, ma dico uno stupore che si spegne,
dico solo una pietra, greve sulla parola,
pietra di tomba, pietra come tante,
che si sgretola e muore, a essere pronunziata.
Allegramente siamo stati pronunziati.
Suonare, sussurrare, tacere, tremare – ma a dove?
L’andare è morto. Morta la meta. Solo uno scimmiottare
vive, che ormai da tanto ci sa a memoria.
Oh, non dico di me, ma dico un futuro di ruderi
che si seppelliranno. E notte che si fa giorno.
Dico il braccio di Dio, ormai diventato una frusta.
Dico la sua salvezza, di cui restiamo incerti.
- Jiří Orten
BY All'Elefante Nero
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